Molto spesso ci ricordiamo della nostra alimentazione solo quando si avvicina la prova costume mentre passiamo il resto dell’anno ad acquistare miracolosi integratori per rinforzare le difese immunitarie, per la pelle o per i capelli, oppure per contrastare l’età che avanza senza soffermarci a pensare che la prevenzione più importante la si fa a tavola, scegliendo accuratamente la “medicina” che ci somministriamo almeno tre volte al giorno nel piatto. Il concetto di qualità di vita è indissolubilmente legato a quello di qualità nutrizionale, difatti le nostre scelte alimentari non devono trovare fondamento solo sulla nozione di densità energetica ma soprattutto su un’attenta pianificazione, alla base di una sana varietà, della stagionalità, delle varie metodiche di cottura e infine sulla diversa biodisponibilità dei nutrienti. In natura nulla viene lasciato al caso, vi siete mai chiesti perché le arance, molto ricche di vitamina C, sono il frutto tipico della stagione fredda mentre il pomodoro, fonte di licopene, è il dominatore incontrastato del periodo in cui siamo sottoposti alla maggiore irradiazione solare? Sapete che la maggior parte di noi non riesce a raggiungere il quantitativo giornaliero di fibre indicato come obiettivo nutrizionale per la prevenzione di numerose patologie cronico degenerative e del rischio cardiovascolare? Imparare a mangiare non significa contare scrupolosamente le calorie introdotte ma sapere cosa si mette nel piatto, modificare l’organizzazione della nostra dispensa è il primo passo verso il cambiamento anche per chi non deve sottoporsi a nessuna restrizione calorica. Il messaggio che vorrei trasmettere è che investiamo denaro ed energie per contrastare le problematiche più disparate, se investissimo tali risorse per prenderci cura di noi stessi, tutti i giorni, senza privazioni particolari ma solo con la consapevolezza di utilizzare cibi salutari, non lavorati e impiegarli nella maniera più corretta potremmo raggiungere traguardi più importanti.
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